25 marzo 2020, #Dantedì.

“Io sono venuto al punto de la rota”, canzone databile dicembre 1296, attraverso la descrizione astronomica dei primi nove versi. 

La visione dell’universo sensibile, nella sua accezione medievale, esordisce in rima volgare, accessibile a chiunque. Oggi non più, non dopo 724 anni di evoluzione del linguaggio (e di tutto il resto). Le immagini del video sono volutamente didascaliche rispetto al testo. 

Le Rime Petrose rappresentano un momento sperimentale di superamento, basi di un nuovo inizio, progetto di un altro viaggio. 

Per il “nuovo inizio” del 25 MARZO (simbolo medievale di primavera, rinascita, vita nuova, concepimento cristologico) ripropongo, com’è mia prassi da anni, le Rime Petrose quale chiave sorprendente per l’accesso ad un Dante inedito, spiazzante, realistico, in grado di riaccendere un interesse vivo. 

Un genio figlio del proprio tempo, non del nostro. Lontano da santini e stereotipi, frutto di fraintendimenti e banalizzazioni.

Qui è trentunenne, ancora in Firenze, non ancora in politica, non ancora in disgrazia. Ha un passato da dicitore illustre e da combattente in armi. Beatrice è morta da sei anni. Vive il suo periodo sperimentale, in cui affina le conoscenze e il linguaggio che gli serviranno, una decina d’anni più avanti, per affrontare la Comedia. (Non la chiamò “divina”: l’attributo non è suo).

Questa è la prima delle quattro canzoni per la “pargoletta” Petra, crudele ‘domina’ (in tal senso una giovinetta è detta ‘donna’), signora e padrona della sua attuale sudditanza amorosa. 

Si apre con un moto discendente dal cosmo al sottosuolo. Al solo scopo di dare sfogo all’ossessione primaverile (il “tempo verde”) del tutto sensuale che lo tiranneggia e avvampa, inspiegabilmente, in pieno inverno.

Gli scenari cortesi da luogo comune floreale lasciano il posto ad un paesaggio gelido di algido realismo. Nelle Petrose non partecipa il divino in alcun modo: solo la natura, una donna e il soggetto, ossia l’autore in prima persona, in rapporto ostile tra loro. 

Lo Stilnovismo è già del tutto rovesciato dal suo stesso fautore, proiettato verso altro. Uno scarto netto di suoni, intenti e contenuti separa i versi delle Petrose da quelli giovanili del Dante adolescente e ventenne, sistematizzati poi nella Vita Nuova. 

Con questa prima canzone Dante inaugura uno stile nuovo, ma non più dolce. Lo fa ripartendo dall’esempio di Arnaut Daniel, trovatore occitano di generazione precedente, spingendo i contenuti ben oltre il virtuosismo delle forme del maestro.

Le Rime Petrose possono essere considerate come il primo manifesto di avanguardia nella storia della cultura occidentale, con l’intento programmatico del superamento di stilemi precedenti. Il banco di prova per il capolavoro letterario più grande della storia dell’umanità.

Ripartire dalle Petrose, in un ideale percorso di riappropriazione autentica dell’autore, significa accettare l’idea di un Dante in carne ed ossa, figlio di un tempo molto diverso, per quanto umanamente quasi immutato. Simile nelle passioni ma non nel contesto storico e culturale dei significati a quelle attribuiti.

Partendo da queste rime racconto di quei contesti e di quelle passioni in uno spettacolo dal titolo “L’arte del Selfie nel Medioevo”. Nuove pandemie permettendo.

Info: https://giovannisucci.wordpress.com/succi_arte_selfie_medioevo_dante/
Facebook: http://www.facebook.com/GiovanniSucci
Insta: @solosucci
tag: #lartedelselfienelmedioevo #dante #rimepetrose #dantedì #giovannisucci

————————————
Crediti video.
————————————

Voce: Giovanni Succi
Elettronica: Ivan A. Rossi
“Io sono venuto al punto de la rota”, Dante Alighieri, RIME, n.43 (C), ed. G.F. Contini, Einaudi 1939.